Per il mio primo articolo del lunedi ho deciso di parlarvi di qualcosa di un po’ leggero, quasi frivolo… che penso però verrà apprezzato in maniera particolare dalle donne architetto.

Sono sicura che questo articolo farà breccia tra i ricordi  di tutte quelle donne che oggi sono appassionate d’arredo e che un tempo, da bambine, passavano pomeriggi a giocare con Barbie e a fantasticare sul loro futuro.

Qualcuno forse si chiederà cosa centra Barbie con l’architettura e fino a non poco tempo fa anche io mi sarei posta la stessa domanda. Il destino però ha voluto, che il giorno che ho deciso di dedicare uno spazio, qui, sul mio blog ai possibili giochi formativi per bambini (lo trovate su questo link), sia incappata su una serie di curiosità che mi hanno lasciata a bocca aperta e fatto desiderare di saperne di più.

Siete pronte a scoprirle con me? Magari qualche mamma si ricrederà anche su questo tipo di giocattolo che, per questioni di marketing, forse troppo spesso viene additato di essere un po’ sessista o addirittura maschilista.

BARBIE I CAN BE… ARCHITECT

Proprio lei! Ci crederete mai che per realizzarla nella maniera più realistica possibile la Mattel aveva stretto una collaborazione con l’American Institute of Architects!?

Ma ciò non è tutto! Le varie professioni che sono state adottate per vestire la bambola preferita da tutto il mondo sono passate per delle votazioni online, alle quali è seguita una vera e propria petizione (sempre online) lanciata dalla prof. Despina Stratigakos. Inoltre Despina, nel 2007, per vincerla ha curato anche un workshop e una mostra dal titolo Architect Barbie nella University of Michigan in cui ha presentato bambole di Barbie dagli outfits curati dai suoi stessi studenti.

Perchè la prof. Despina Stratigakos si è spinta tanto?

La sua motivazione riguarda la visibilità e la portata simbolica della bambola che secondo la studiosa potrebbe giovare alla causa femminile in un ambiente storicamente a maggioranza maschile come quello dell’Architettura e del Design. Ad appoggiare la sua causa è intervenuto anche il presidente dell’American Institute of Architects di New York, Kelly Hayes McAlonie. Designerblog

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Barbie I Can Be… Architect

UNA CASA ECO-SOSTENIBILE

Sapevate che Barbie vive in una casa progettata dai migliori architetti del mondo!? La collaborazione tra la Mattel e l’American Institute of Architects (AIA) infatti è andata oltre al lancio della Barbie architetto e ha visto anche la nascita di un vero e proprio progetto architettonico.

L’AIA Barbie Dream House ha i pannelli solari sul tetto, un sistema d’irrigazione delle piante a basso impatto, pavimenti in bambù, scarico dei bagni ecologico, pitture prive di Voc, impiega materiali a km 0 e dispone di elettrodomestici in classe A.

Il tutto si tratta di un progetto reale, con tanto di rendering e, ideato da Ting Li e Maja Paklar, due giovani architette laureate ad Harvard. Si tratta di un progetto però destinato a rimanere sulla carta, in quanto la sua realizzazione avrebbe un costo di 3,5 milioni di dollari.

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AIA Barbie Dream House
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Sezione
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Pianterreno
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Livello 1
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Livello 2
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Livello 3
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Livello 4

LA BARBIE SULLA SEDIA A ROTELLE

Molto tempo prima di queste due vicende, di cui vi ho appena parlato, esattamente nel 1973, uscì la Barbie sulla sedia a rotelle. Becky ebbe subito un grandissimo successo sopratutto perchè vantava il merito di dare a molti bambini disabili un modello in cui identificarsi. Il problema però fu tra la sedia a rotelle e la Dream House. La porta d’ingresso si presentava infatti troppo piccola per permettere l’accesso della carrozzina, per non parlare delle tante altre barriere architettoniche che nascondeva al suo interno.

Successivamente la Mattel si scusò e ritirò la bambola dal commercio per sostituirla con bambole dalle sedie a rotelle compatibili alla circolazione nella casa della Barbie.

Purtroppo però questo triste episodio ha rappresentato la metafora delle numerose avversità architettoniche che molte persone disabili sono costrette a vivere nella vita reale.

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Becky, la Barbie sulla sedia a rotelle

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