Piccoli blog crescono!
Mentre mi trovo qui seduta a scrivere il post di oggi non riesco a togliermi questo pensiero dalla mente. “Piccoli blog crescono!” Penso a quando qualche mese fa scrissi il mio primo articolo e a tutta l’emozione che quel gesto mi aveva provocato; al piacere di passare ogni giorno pochi istanti a prendere appunti in questo posto diventato per me quasi “magico”, perchè capace di fermare il tempo e tutto quello che succede fuori dalle mura della mia casa; all’eccitazione di leggere i commenti dei lettori che mai avrei potuto credere sarebbero diventati così numerosi…
Oggi però è arrivato il momento di dare una svolta a tutto questo e di ambire a qualcosa di più grande, perchè il post di oggi in realtà non parlerà di qualche nuova tendenza e non presenterà neanche qualche ambiente ben arredato, ma sarà un post di auto-promozione… e un po’ anche, se vogliamo, di presentazione.
Ebbene si, dopo mesi e mesi di articoli su questo spazio virtuale mi presento, non solo a voi cari amici lettori, ma anche alla redazione di Grazia.it, perchè con questo post ho intenzione di candidare la mia piccola creatura a diventare un IT blog, ovvero vorrei che sempre più persone possano conoscere la mia passione, condividere le mie idee e parlarne insieme ritagliandosi un piccolo spazio in questo sconfinato luogo che è il web.
E’ nato tutto molti anni fa, molto anni prima che nascesse questo blog in realtà… Come una pallina da ping pong schizzavo da un lavoro sottopagato ad un altro schiavizzante (e non esagero!). Ero stufa, depressa, triste, delusa e frustata. Pensai che tutto ciò mi stesse accadendo perchè non abbastanza qualificata, così decisi di intraprendere un nuovo percorso di formazione professionalizzante e presi anche l’ardua scelta di continuare a portare avanti questi lavoretti per finanziarmi gli studi.
Scoprii che non lontano da casa mia era appena stata aperta un’Accademia di Belle Arti (coincidenza fortunata!) e che avrei potuto finalmente laurearmi coronando il mio sogno da bambina… si, perchè io ero una bambina anomala e non sognavo di sposarmi come tutte le altre mie amichette!
Credo sia inutile dire che non esiste termine appropriato per descrivere i miei enormi sforzi alla riuscita di questo progetto, per me che non avevo mai preso in mano nemmeno una matita da disegno e che lavoravo di giorno e studiavo di notte, dopo una giornata passata a correre per portare piatti da un tavolo all’altro… Non esisteva vita sociale, avevo ormai perso ogni contatto con chiunque; non esistevano festività, perchè puntualmente incorrevo in qualche extra in un ristorante; non esisteva giorno di riposo, perchè dovevo recuperare il tempo perso a causa del lavoro…
Sopportavo… semplicemente sopportavo! Sopportavo perchè avevo scoperto l’amore! Scoprii di amare l’Architettura d’Interni e il Design sebbene non me ne fossi mai interessata prima e leggevo e, leggevo, quanto più il mio ridottissimo tempo permetteva perchè ciò mi faceva sentire appagata nonostante facessi una vita intensa di sacrifici.
Oggi sono laureata da ormai un anno e nonostante cerchi di buttare nell’oblio i ricordi di quello stress omicida, essi tentano di prevaricare ancora. Non ho trovato un lavoro nel settore, nè un posto fisso, ma lo sto cercando e questo blog è in realtà uno strumento d’ausilio. Nato per presentare il mio curriculum e il mio portfolio a coloro che si fossero messi alla ricerca di un interior designer neodiplomato, si è rivelato in realtà un diario con il potere di allargare il mio orizzonte lavorativo e permettere agli addetti del settore e non di potermi conoscere e… le soddisfazioni che lui, il mio blog, mi sta dando sono davvero innumerevoli.
Mi sento vicinissima al mio obiettivo ed è per questo, per questa lunghissima storia, che leggendo il Manifesto mi ci sono subito identificata. Sono una delle tante persone che in questa ormai desolata Italia lottano per vedere realizzati i propri sogni, consapevoli delle avversità, ma ancora padroni delle proprie competenze e capacità.
Vorrei dunque aggiungere alle parole di Simone Sbarbati una famosa citazione di A. Heinstein, in cui non posso fare a meno di credere profondamente, sopratutto dopo aver intrapreso il percorso che ho appena finito di raccontare.
“Non pretendiamo che le cose cambino, se facciamo sempre la stessa cosa. La crisi è la migliore benedizione che può arrivare a persone e Paesi, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dalle difficoltà nello stesso modo che il giorno nasce dalla notte oscura. E’ dalla crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i propri insuccessi e disagi, inibisce il proprio talento e ha più rispetto dei problemi che delle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. La convenienza delle persone e dei Paesi è di trovare soluzioni e vie d’uscita. Senza crisi non ci sono sfide, e senza sfida la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. E’ dalla crisi che affiora il meglio di ciascuno, poiché senza crisi ogni vento è una carezza. Parlare della crisi significa promuoverla e non nominarla vuol dire esaltare il conformismo. Invece di ciò dobbiamo lavorare duro. Terminiamo definitivamente con l’ unica crisi che ci minaccia, cioè la tragedia di non voler lottare per superarla”.
Albert Einstein, 1955