Ultimamente mi sono occupata di restaurare un mobile vecchio. Anzi più di uno! Non il solito restauro su pezzi d’antiquariato quindi… 

Il metodo del restauro antico si può anche adattare ad un vecchio mobile, dipende dal tipo di finitura data e dalla qualità del legno. 

Si può ripristinare il colore sbiadito, o ridare una nuova tonalità di gradazione grazie ai mordenti ad acqua e alle tinte preparate, tutto in combinazione alla gommalacca, la vernice naturale con cui rifinisco i mobili antichi.

Fin dall’antichità era conosciuta l’arte di tingere il legno con tinte naturali di origine vegetale. Venivano infatti utilizzati il the, la cicoria e il più noto mallo di noce. La tintura penetrando nelle fibre del legno da una prima protezione e le venature, i nodi e la tessitura restano ben più visibili rendendolo vivo. 

TINTA E MORDENTE

La tinta, così come il mordente, da una colorazione senza coprire le venature mantenendo inalterato l’effetto naturale e caldo del legno, ravvivando il proprio tono o cambiandolo radicalmente a nostro gusto. Troviamo in commercio tinte sintetiche in formato liquido già pronte in svariate colorazioni a seconda delle proprie esigenze. Possono essere diluite sia in acqua, alcool, o solvente nitro e più si diluisce e meno colora. 

Quello invece più utilizzato dai restauratori è il classico mordente in grani cristallini, miscele di coloranti organici in grado di fissare il colore sulle fibre dell’essenza, di cui le tonalità sono molto più affini al legno naturale come il mogano, il noce, l’ebano… I grani si sciolgono in acqua calda e poi si filtrano con un panno o una garza in modo da non far rimanere i piccoli granuli non sciolti.

PROCEDIMENTO PER RESTAURARE UN VECCHIO MOBILE

Il legno, prima di tinteggiarlo, deve essere privo di vernice altrimenti diventa impermeabile alle tinte, soprattutto quella sintetica. Quindi bisogna accuratamente carteggiare con carta di grana fine. 

Successivamente meglio fare delle prove su un pezzo di legno per vedere la gradazione di colore che vogliamo ottenere, man mano aggiungiamo il pigmento ottenendo la tonalità desiderata.

Il procedimento di applicazione è uguale alla tinta: si prende un pennello morbido è si passa su tutta la superficie dandolo ben tirato e facendo attenzione alle colature. Si prende poi uno straccio asciutto, o una spugna, e si leva l’eccesso così da non far rimanere tracce e segni del pennello e rendendo le passate omogenee, poi si lascia asciugare. 

Trattandosi di una soluzione a base acquosa, la stabilità alla luce è molto alta per gli interni anche senza una finitura finale. 

Personalmente quando utilizzo le tinte preferisco di gran lunga il mordente perchè si stende molto meglio senza lasciare nessun segno e una volta asciutto da un effetto assolutamente naturale. Oltretutto è il più indicato per i mobili antichi.

IMPREGNANTE E ANILINA

Invece per manufatti lignei da esterno si usa l’impregnante che spesso si tende a confondere con il mordente perchè anche esso colora e ravviva, oltre che atrofizzare le fibre del legno. Così lo protegge dalle intemperie climatiche e raggi uv.  

Per i piccoli ritocchi nel restauro si usa l’anilina, un colorante artificiale creato alla fine dell’ottocento.

Ci sono differenti tipi di aniline: all’alcool, all’acqua e ai grassi. lo uso quella all’alcool perchè è compatibile con la gommalacca e mi aiuta a correggere leggermente il colore del mobile in casi particolari, dello stucco o per disegnare parti di venature mancanti con un camouflage. 

RESTAURARE UN MOBILE VECCHIO

Di seguito ti mostrerò alcuni prima e dopo con i vari passaggi. 

Questo tavolo stilizzato su modello luigi XV è in legno di frassino totalmente naturale E’ stato reso così da un restauro precedente poco consono: levigato con una carteggiatrice ha perso tutto il suo colore originario. 

Il piano risultava tutto macchiato e rifinito con dell’olio. Ho quindi proceduto prima levigandolo con carta fine in modo molto accurato così da togliere anche i graffi della carteggiatrice, ho passato un paio di mani di mordente, poi dato una prima stesura di gommalacca, stuccato alcune fessure ed infine dato ancora vernice e lucidatura a tampone.

Un altro restauro è stato fatto su questa poltrona in teak, che era sbiadita e sporca. Ho ripristinato il colore con una tinta sintetica di colore teak sciolta nella gommalacca per ridare un pò di tono perso negli anni. Ho carteggiato per togliere alcune macchie insistendo in alcuni punti anche con dell’alcool e paglietta ed infine lucidato a tampone.

Qui troviamo in particolare le ante di una vetrinetta della fine del ‘900. La gommalacca risultava ossidata e quindi ingiallita. Allora ho ritenuto opportuno rendere il colore più caldo con l’aiuto di un po’ d’anilina color noce chiaro, ma la gommalacca ha fatto in modo di riaccendere le venature.

RESTAURARE UN MOBILE VECCHIO E NON SOLO…

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Non dimenticare di commentare, magari scrivendomi cosa ne pensi sul restaurare un mobile vecchio. Ti hanno soddisfatto i risultati ottenuti su questi mobili a seguito del restauro eseguito? Faresti restaurare anche tu un vecchio mobile, oppure lo faresti fare solo per pezzi d’antiquariato? Non vedo l’ora di leggere il tuo commento.

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Veronica

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