In questo articolo ti parlerò di arredamento kitsch. Si tratta sicuramente di un argomento un po’ contradditorio e che lascerà basiti i più, ne sono consapevole. Ma kitsch è davvero sinonimo di cattivo gusto? Perché dovrei parlare di uno stile brutto per definizione? Voglio davvero dispensare consigli su come arredare male la propria casa?
Prima di tutto voglio spiegare perché ho deciso di parlarne.
Sarò sincera: al momento di scrivere questo articolo non sapevo ancora bene di cosa avrei parlato, se non solo che ti avrei presentato uno stile. E’ infatti arrivato il turno della rubrica Enciclopedia degli Stili. Detto questo, ciò che mi ha spinto a scrivere dello stile kitsch è stata la connessione di due termini che avrò sicuramente letto da qualche parte poco tempo prima: trash chic.
Trash chic è il nome che Seletti ha dato ad un suo prodotto: una pattumiera dallo stile un po’ ricercato e decisamente chic. Nella mia testa però questo termine ha continuato a ronzare rumoroso fino a spingermi a fare una riflessione. Se trash-chic non fosse solo un prodotto, ma un termine capace di definire un’intero stile?
Sicuramente la pattumiera Trash Chic di Seletti troverebbe il suo miglior collocamento in un interno dal gusto kitsch! Scopriamo allora insieme di cosa si compone questo stile…
ARREDAMENTO KITSCH: PRESENTAZIONE
Partiamo dalle basi: il termine kitsch deriva dal tedesco e designa oggetti artistici di cattivo gusto. In architettura e design si utilizza per indicare tutto ciò la cui forma non deriva dalla funzione (fonte Wikipedia).
Più precisamente sarebbe kitsch un mobilio, risultato di una copia a buon mercato per l’impiego di materiali di bassa qualità.
Con il tempo però l’uso del termine si è evoluto fino ad assumere un significato più ampio, talvolta dispregiativo.
Il kitsch nell’arredamento definisce uno stile eccentrico, appariscente, vistoso e azzardato. Vengono proposti accostamenti spesso mai pensati, come tra elementi del passato e pezzi contemporanei.
Si arreda lasciando del tutto libero il proprio estro creativo e con l’intento di creare colpi di scena, di stupire. Si eccede usando colori generalmente improponibili, con accostamenti del tutto insoliti e un esagerato interesse per il glamour e l’eccesso.
C’è da dire poi che, quando il kitsch riesce bene e risulta persino sofisticato, non si parla più di kitsch, bensì di camp.
ARREDAMENTO KITSCH: CONCLUSIONE
Ma soprattutto il cattivo gusto è tornato di moda: esagerare è la nuova eleganza!
Stupire attraverso questo stile mette di buon umore perché si impiegano colori allegri, ci rassicura evocando sentimenti e ricordi del passato e ci fa sentire unici in una società che cerca l’anonimato ad ogni costo.
C’è da dire poi che negli ultimi anni il kitsch è diventato sinonimo di lusso, di design accattivante, ma soprattutto uno stile di tendenza.
Vogliamo parlare poi del fatto che la sua applicazione non richiede di spendere cifre esorbitanti?
Non sono ancora riuscita a convincerti? E se ti dicessi che anche i tuoi amatissimi unicorni rientrano nel gusto kitsch? Sono sicura che possiedi almeno un oggetto a casa con queste sembianze!
Senza parlare poi degli ananas, dei cactus e si, anche del nostro adorato albero di Natale! Più kitsch di lui non esiste nient’altro…
Per questa settimana è tutto. Se vuoi scoprire altri stili d’arredo puoi leggere gli articoli che ho già pubblicato a riguardo. Eccoli qui:
• Lagom: lo stile di vita svedese
Non dimenticare di lasciare un like, ma soprattutto di commentare: magari potresti dirmi cosa ne pensi di questo stile d’arredo. Dicci, qual è l’oggetto più kitsch che decora la tua casa? Vorresti che ti parlassi di uno stile d’arredo in particolare? Ogni contributo è importante, grazie!